La Strategia rappresenta il «come» affrontiamo le nostre sfide organizzative o di business, come vogliamo realizzare la nostra «Mission» e costruire il Futuro che definisce la nostra «Vision». Nella Complessità odierna non possiamo contare sulla relazione causa-effetto, ci muoviamo in contesti spesso estremamente imprevedibili, è impossibile pianificare «planning», anche a breve termine…ma spesso confondiamo la Strategia con il Plan. La chiave per un moderno approccio strategico è la «sperimentazione», il confronto continuo con la realtà, di idee innovative, fuori dagli schemi. Dobbiamo svincolarci dal «passato», che ci porta a ripetere o evitare le cose fatte in base ai risultati ottenuti…in un mondo diverso («non possiamo bagnarci due volte nello stesso fiume/mare…»), anzichè inventarne di nuove, che «potrebbero» funzionare. Dobbiamo usare logiche più «rilassate», più simili a quelle della Natura che a quelle delle Business School: lanciare molti test e lasciare evolvere ciò che deve, abbracciare un approccio di radicale «repurposing» (riutilizzare l’esistente per scopi molto diversi da quelli originali). Quando le relazioni causali si appannano o svaniscono, l’approccio «analitico» non ci aiutaa scegliere la migliore mossa successiva: va sostituito dal lavoro di «sensemaking». E per questo non basta un punto di vista, ne servono tanti e diversi: tante prospettive e tante storie per scatenare «l’intelligenza collettiva» e dare un senso a ciò che osserviamo. Questo concetto è strettamente legato ad una moderna visione di Leadership – il paradigma «comando & controllo» non ha più senso: la strategia non è più una questione per «l’uomo/la donna soli al comando», ma per un ampio gruppo, eterogeneo, che possa garantire un numero elevato di contributi di qualità.